Una sfida che mi pongo ogni giorno come avvocato, imprenditrice, mamma e cittadina è quella di trattenermi – e persuadere clienti e la mia famiglia dal – cercare di risolvere un problema che già è avvenuto ed è si sta da solo dissolvendo con il tempo e i naturali cambi di circostanze.
Accade in una negoziazione quando un problema vecchio e non più rilevante viene trascinato sul tavolo alla fine di una negoziazione produttiva, o viene posta in essere un’azione contraria a quanto è stato espresso a parole, e questo riaccende la discussione e fa regredire ognuno a posizioni precedenti. Accade quando un cliente insiste per portare avanti un caso in tribunale avendo come priorità la vendetta personale, invece che il desiderio di portarsi avanti ad una situazione commerciale o personale migliore. Accade quando un soggetto pianifica le proprie azioni e il proprio business sulla base dei risultati dell’anno precedente. Succede, sempre, con i bambini.
Una soluzione implementata per affrontare (in modo potenzialmente produttivo o meno) un problema quando il problema è sulla strada di una risoluzione naturale (per via del tempo, delle circostanze o anche un cambio di priorità) ha spesso la conseguenza non voluta di ridare nuova vita al problema, o a volta anche solo alla percezione (in se stessi e negli altri) che il problema ancora esista.
La soluzione per evitare questa paradossale conseguenza è di guardare e analizzare veramente quale è il problema nel qui ed ora, e comprendere cosa invece il problema non è più. Evitare di diventare preda di un eccesso di zelo, o di paure che non trovano riscontro nella realtà attuale. Analizzare il problema con l’intenzione di apprendere storicamente da esso e poi guardare avanti alla risoluzione dei reali problemi di oggi e di domani. A questo fine è in generale molto utile creare mentalmente una “data di scadenza” dei problemi. Una data alla quale regolarmente rivedere e ripesare la situazione per comprendere cosa è diventata, in quale nuova situazione si è evoluto il problema originale e quali devono essere i nuovi obiettivi.
Questo è molto importante anche in una negoziazione, in un contesto di mediazione e spesso anche in giudizio. Mantenere lo stesso atteggiamento a fronte di cambiamenti di circostanze può cristallizzare una posizione negativa, mentre spesso un cambiamento di obiettivi espresso in azioni e parole viene percepito dalle altre parti che vi si adeguano in modo conscio o inconscio modificando spesso in modo rilevante l’esito degli eventi.

Stefania Lucchetti, fondatrice di Lucchetti-LawCrossBorder
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Una risposta a “Non Risolvere Oggi i Problemi di Ieri”
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